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CORTE DI GIUSTIZIA UE: L’INTERVENTO DEL FONDO INTERBANCARIO (Fitd) NON È AIUTO DI STATO, MA PER CARIFE È STATA TUTTA UN’ALTRA STORIA.

Corte Giust., Repubblica italiana, Banca Popolare di Bari SCpA e Fondo interbancario di tutela dei depositi c. Commissione Europea, sent. 19 marzo 2019, cause riunite Tƒ??98/16, Tƒ??196/16 e Tƒ??198/16.

 

È nulla la decisione con cui la Commissione Europea aveva bocciato l’operazione di aumento di capitale del 2014 della Banca Tercas ad opera della Popolare di Bari mediante il ricorso al Fondo Interbancario di tutela dei depositi.

 

La Corte di Giustizia Europea ha, infatti, accolto il ricorso presentato nel 2016 dall’Italia e dall’Istituto di credito pugliese, sostenuto altresì da Banca d’Italia.

 

La Commissione, secondo la Corte, ha erroneamente qualificato le risorse del Fitd come “aiuti di Stato”, senza fornire la prova che il Fondo fosse controllato da parte delle Autorità Pubbliche Italiane e che quest’ultime ne avessero quindi la piena disponibilità.

 

La statuizione del Tribunale di Lussemburgo, pur essendo calibrata sul caso Tercas, non può che far correre il pensiero al celebre blocco del 2015 dei salvataggi per le “quattro banche” – Banca Marche, Banca popolare dell’Etruria e del Lazio, CariChieti e Cassa di risparmio di Ferrara – sostanzialmente condannate alla risoluzione da un’analoga decisione dell’Antitrust europeo.

 

Ci si aspetta, inevitabilmente, una reazione soprattutto da parte dei risparmiatori dell’Istituto di credito ferrarese, rimasti insoddisfatti nel procedimento penale nei confronti dei Dirigenti della Cassa, pienamente assolti per tutti i capi di imputazione a loro ascritti, tra cui la bancarotta fraudolenta.

 

Determinante, a questo punto, conoscere la posizione del Tribunale di Ferrara sulle “vere” cause che hanno determinato il dissesto e la risoluzione di Ca.Ri.Fe e, soprattutto, se tra queste è da annoverarsi il blocco dell’intervento del Fitd, come suggerito dalle difese degli imputati.

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