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Il rappresentante legale indagato per il reato presupposto non può nominare il difensore per l’ente

La recente sentenza n. 35934/19 della Quarta Sezione Penale della Corte di Cassazione afferma che¶ÿil legale rappresentante indagato o imputato del reato presupposto assume una condizione incompatibile con l’ente e non puÇý¶ÿquindi provvedere alla nomina del difensore¶ÿdi quest’ultimo¶ÿper il generale e assoluto divieto di rappresentanza posto dall’art. 39 D.Lgs. n. 231/01.

Si conferma pertanto l’indirizzo interpretativo giÇÿ¶ÿassunto dalle Sezioni Unite nella sentenza n. 33041/15, secondo cui il legale rappresentante indagato e l’ente si trovano in una situazione di¶ÿobiettiva e¶ÿinsanabile conflittualitÇÿ processuale, poichǸ l’ente potrebbe avere interesse a dimostrare che l’indagato ha agito nel suo esclusivo interesse o che ha commesso il reato eludendo fraudolentemente il Modello Organizzativo.

Laddove¶ÿl’indagine penale investe il legale rappresentante, l’ente dovrÇÿ pertanto¶ÿdeliberare¶ÿla nomina di¶ÿun nuovo legale rappresentante oppure¶ÿdi un¶ÿprocuratore speciale terzo che possa conferire incarico al difensore. Diversamente, l’AutoritÇÿ Giudiziaria provvederÇÿ ad assegnare all’ente un difensore d’ufficio.

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