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IA GENERATIVA E AVVOCATURA: LINEE GUIDA

L’irruzione dei motori di intelligenza artificiale nei diversi settori professionali ha portato con sé un acceso dibattito sul corretto utilizzo della tecnologia nell’esercizio delle varie professioni, tra cui, in particolar modo, nella professione legale.

Basta ricordare il “Robo-Lawyer” della start-up americana Do Not Pay o il caso degli avvocati newyorkesi multati per aver depositato un atto riportante una falsa casistica generata da ChatGPT per percepire l’attualità e la portata del tema nel panorama forense.

A tal proposito, la Commissione Nuove Tecnologie della Federation des Barreaux d’Europe ha elaborato un rapporto intitolato “Gli Avvocati Europei Nell’era Di Chat Gpt – Linee Guida Per Massimizzare le Opportunità Offerte Dai Modelli Linguistici Di Grandi Dimensioni E Dall’Intelligenza Artificiale Generativa”, offrendo così precise istruzioni per un utilizzo dell’AI secondo i principi che governano la professione.

In particolare, il documento richiama principi come la comprensione della tecnologia, l’integrazione – e non la sostituzione – delle competenze, l’attenzione al rispetto del segreto professionale e alla protezione dei dati personali, l’obbligo informativo nei confronti dei clienti e la relativa assunzione di responsabilità. Seppur non si tratti di linee guida esaustive, queste mirano a rappresentare la bussola dell’avvocato che intende appoggiarsi all’intelligenza artificiale nell’esercizio della professione.

In conclusione, nella prospettiva di una diffusione capillare dei motori di IA specializzati, ovvero progettati specificamente per i diversi settori professionali, tra cui quello forense, il rapporto FBE si pone come punto di partenza fondamentale per un uso informato e responsabile dell’IA generativa da parte degli avvocati.

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