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ENNESIMO INTERVENTO SUL SETTORE BANCARIO: LA BCE INTERVIENE SULLA METODOLOGIA SREP PER IL RISCHIO DI CREDITO. UN NUOVO APPROCCIO ALL’ORIZZONTE?

Lo SREP (Supervisory Review and Evaluation Process), meglio conosciuto come “processo di revisione e valutazione prudenziale”, consiste in una periodica valutazione e misurazione dei rischi effettuata dall’Autorità di vigilanza nei confronti del singolo istituto di credito. In particolare, tale attività si traduce nel sintetizzare i risultati emersi dall’analisi di un dato anno e, conseguentemente, nell’indicare alla banca l’intervento correttivo che dovrà effettuare entro un determinato termine.

La decisione SREP, quindi, è ritagliata sul profilo del singolo istituto e coinvolge sia requisiti patrimoniali legati al rischio di capitale e di liquidita, che la struttura organizzativa, ovvero la governance e la gestione interna del rischio da parte dell’organo amministrativo.

Ebbene, di recente la BCE ha pubblicato un documento relativo al processo di valutazione del rischio di credito, integrando così le linee guida dell’EBA (European Banking Authority) e della stessa BCE sulla metodologia SREP.

Tuttavia, alla luce della recente vicenda Credit Suisse, è lecito chiedersi se il rafforzamento del controllo esercitato dalle Autorità di Vigilanza sugli istituti di credito in merito alla gestione dei rischi – patrimoniali e non – possa dirsi controbilanciato da un’effettiva garanzia di stabilità del sistema creditizio.

È bene rammentare, infatti, che il colosso elvetico rispettava pienamente i parametri dettati da Basilea III in relazione al rischio di liquidità – ovvero i vincoli di liquidità minima rappresentati dagli indici LCR (Liquidity Coverage Ratio) e NSFR (Net Stable Funding Ratio) – e, ciononostante, è stato comunque travolto dal default finanziario.

È ormai pacifico che l’equilibrio del sistema bancario sia inficiato anche da fattori slegati da profili strettamente patrimoniali e inerenti alla comunicazione e all’aspetto reputazionale. In tal senso, preme riflettere su un nuovo approccio che, oltre a dettare parametri economico-finanziari, permetta in futuro di guardare anche al profilo sociologico-comunicativo della gestione bancaria.

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